- Utilizzo della retorica visiva, ovvero della potenzialità non solo semantica, ma anche visiva delle parole, (la stessa utilizzata dal linguaggio dei media), per indagare sulle loro forme e loro significati (sia letterale, sia simbolico) all’interno del contesto urbano, sociale, politico, quotidiano.
- Creazione di un contrasto pregnante tra parole (colori, font, significati, assonanze, consonanze, contesti nei quali vengono utilizzate), oppure tra immagini, oppure tra immagini e parole. (Si vedano i lavori Fear Panic, Terror (2010), che facevano parte del progetto The Construction of Fear, in cui le primepagine dei giornali oppure le copertine dei libri presentano sempre questo contrasto cromatico bianco, rosso e nero, in cui una parola esce in rosso su fondo bianco e nero.
Fear Panic, Fear Terror, (2010) stampa dig.
oppure Estamos condenados a el éxito (2001) (Siamo condannati al successo, frase storica detta in campagna elettorale da Eduardo Alberto Duhalde Maldonado (a Lomas de Zamora, 5 ottobre 1941), Presidente dell'Argentina ad interim dal 2 gennaio 2002 al 25 maggio 2003) - Occuparsi di quello che non c’è, che manca, che è invisibile nelle immagini e nelle parole, proprio nell’atto esemplare della traduzione, con l’intento di rivelarne i meccanismi di potere e di interessi politici ed economici della comunicazione mediatica.
- Raccolta di informazioni ed elaborazione di archivi, sia in fase di documentazione, sia in fase di montaggio, come nel caso di Political Advertisement IX (1952 -2016), indagine sugli aspetti linguistici delle campagne presidenziali americane, che ne dispiega, in linea temporale, la spettacolarizzazione, le analogie col sistema di marketing.
Political Advertisement IX 1952-2016 - Elaborazione di diverse strategie di partecipazione degli spettatori: lo spettatore è sempre presente, spesso coinvolto in prima persona, in un processo circolare che, partendo da una mossa dell’artista, lo coinvolge e rende attivo personalmente. Uno spettatore che, con la sua presenza attiva dà nuova vita all’opera. Si veda il progetto realizzato alla fine degli anni ’70, ON SUBJECTIVITY: 50 Photo from The Best of Life,
On Subjectivity, 1978 - Un medesimo progetto comprende diverse installazioni di Muntadas realizzate in diversi momenti, spazi, step e con oggetti facenti riferimento allo stesso tema. Spesso include conferenze, tavole rotonde, interventi e interviste a persone comuni, ma anche a sociologi, architetti e diversi studiosi specialisti di fenomeni culturali.
- IL LIBRO LA METODOLOGIA DEL PROGETTO DI MUNTADAS si può consultare e scaricare in questo link, gratuitamente e liberamente nel web http://intheexpandedfield.com/img/full/muntadas.pdf
Estamos condenados a el éxito (2001), stampa dig. |
Un ringraziamento a Valeriana Berchicci e ai suoi preziosissimi FOCUS in cui ha raccontato in Accademia il suo incontro e il suo lavoro con Muntadas.
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