martedì 29 ottobre 2024

Rimini Protokoll #5: distanti ed assenti in conferenza

Durante il Coronavirus l’intero mondo mediatico occidentale ha sperimentato un modo di comunicare che è rimasto come una abitudine anche una volta esauritasi la pandemia: la videoconferenza, ovvero un sistema di comunicazione a distanza in cui non è necessario che la persona sia presente, poiché può trasmettere in real time dal suo notebook, a volte perfino dal suo cellulare. Si tratta di un modo per comunicare in telepresenza che è anche, in linea di massima, ecologico poiché il conferenziere non è tenuto a raggiungere i suoi spettatori con mezzi di comunicazione impattanti sul clima. Prima del Covid, ma con una certa preveggenza, i Rimini Protokoll avevano già iniziato a ragionare sulla necessità di limitare i viaggi, le tournée e più in generale gli spostamenti del gruppo, cercando soluzioni e configurazioni possibili per i loro spettacoli che riducessero l’impatto del CO2 sull’atmosfera. Nel 2021 il collettivo, in coproduzione con il Goethe Institut, ha successivamente realizzato un lavoro teatrale, La Conferenza degli assenti, in cui hanno finalmente messo in atto un lavoro in cui non era necessario spostare gli attori in tournée, Infatti ogni sessione metteva insieme una serie di una serie di conferenze i cui relatori erano volontari del pubblico, che si prestavano a leggere e interpretare i contributi scritti preparati da oratori che per diversi motivi, erano, per l’appunto, assenti. Per consentire agli spettatori - divenuti performer – di leggere i testi, questi ultimi venivano tradotti ogni volta nella lingua del luogo: a Dresda, poi a Madrid, Roma, Lisbona, Bruxelles, gli spettatori venivano esortati da una voce – per la verità piuttosto arrogante, a partecipare, perché solo così ci sarebbe stato lo spettacolo, e così le persone si facevano coraggio e si “sacrificavano” per la causa.

Qui si può vedere la documentazione su La Conferenza degli Assenti. Questo spettacolo lascia, a chi vi abbia partecipato sia come attore che come spettatore, alcune domande: 
Cosa significa assenza? 
Come può essere presente una persona assente? 
 Nel suo libro Il linguaggio dei nuovi media, LEV MANOVICH afferma che per creare l’effetto di presenza in un mondo virtuale esistono due traiettorie: 
 1. Le tecnologie della rappresentazione: film, cassette, audio, video 
2. Le tecnologie della comunicazione che si incrociano con la televisione e con la radio: telegrafo, telefono, telex, televisione, telepresenza. Se le telecomunicazioni possono essre intese come attività culturale primaria, internet ci chiede di riconsiderare il paradigma stesso dell’oggetto estetico, ponendoci due domande: 
la telecomunicazione tra utenti può essere, di per sé, considerata in termini estetici? 
 La ricerca di informazioni da parte dell’utente può avere una valenza estetica?

 ANALISI DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI TELEAZIONI: VEDERE E OPERARE A DISTANZA 
 La scena di apertura del film Titanic (1997) chiarisce, quasi come un episodio di neo-archeologia il concetto di telepresenza mediante lcineprese azionate a distanza. Telepresenza significa presenza a distanza: portare una parte dei propri sensi in un altro ambiente remoto, in una realtà virtuale generata dal computer, uno spazio fasullo, oppure in un luogo fisico reale remoto, attraverso una immagine video dal vivo. Nel secondo caso si può parlare propriamente di teleazione, come quella di disegnare una traiettoria posizionando il cursore in un determinato punto, per lanciare un missile. L’origine di questa azione nella cultura umana può risiedere in linea più generale nella geometria, che consente di studiare il mondo attraverso le sue rappresentazioni: così anche la prospettiva, ma poi anche oggetti più astratti come i diagrammi, le carte, le mappe, i raggix e le immagini radar. 

Rispetto ai vecchi strumenti di rappresentazione la TELEPRESENZA è: 
1. Una operazione istantanea 
2.  Permette di monitorare il cambiamento 
3. Rende possibile una manipolazione in tempo reale e un controllo a distanza (vedi Telegarden di Kenneth Goldberg)
4.  Nella telepresenza il denominatore comune non è il video, ma la trasmissione elettronica dei segnali.

DISTANZA 
Manovich mette a confronto le teorie di Walter Benjamin in L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica e quella di Paul Virilio espressa in Big Optics, secondo i quali la tecnologia annulla la distanza, rispondendo al bisogno di uguaglianza universale delle cose tipica delle società di massa: "La montagna e l’opera d’arte non hanno più aura perché hanno perduto la distanza. Le posso toccare con la fotografia". Per Virilio l’era post industriale elimina totalmente la dimensione dello spazio, il mondo perde profondità e orizzonte mediante la prospettiva dell’ottica ondulatoria dello schermo. Anche la politica viene gestita in tempo reale. Si pensi ai Twitter- X, Telegram…

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