giovedì 4 gennaio 2024

GIACOMO VERDE, il maratoneta dell'elettronica

Navigare attraverso il sito di Giacomo Verde consente di intravedere la documentazione di un uso trentennale della tecnologia alternativo rispetto all’esperienza che si ha generalmente dei nuovi media: non l’apologia dell’Hi Fi pubblicizzata dal mercato degli hardware e software, ma lo smontaggio del “giocattolo tecnologico” a vantaggio della conoscenza di ciò che contiene e delle sue possibilità. Nella sua introduzione al libro Giacomo verde videoartivista a cura di Silvana Vassallo, Sandra Lischi tratteggia alcuni aspetti fondamentali di questo artista super tecnologico che non si è fatto travolgere dall’enfasi celebrativa nei confronti della tecnica, ma ne ha scardinato il “glamour decorativizzante” attraverso un instancabile lavoro di esplorazione dei media e interazione con gli spettatori. Autore di opere performative multimediali, ha svelato i codici espressivi del video e della televisione ad adulti e bambini, esplorando i limiti della macchina e lavorando sulle modalità di funzionamento e costruzione delle sue opere. 

Piccolo Diario dei malanni, 2022

Tutto ha inizio e fine col disegno: si veda a proposito  Stati d'animo, un’opera di disegno animato digitale che reinterpreta il celebre lavoro di Boccioni e in cui suoni, forme e colori reinterpretano il dinamismo propugnato dal celebre scultore e pittore futurista. Alla fine della sua vita, si veda poi il Piccolo diario dei malanni, (L’Albero della felicità al minuto 11’7’’, poi a seguire Il piccolo diario dei malanni) la performance teatrale con cui l’artista ha salutato per l’ultima volta i suoi spettatori in teatro prima di morire, nel 2022 e nella quale mostrava un piccolo quadernetto, il suo diario disegnato, che conteneva le sue idee, paure, sogni, abbozzi di opere. Il quaderno d’artista è uno strumento centrale anche per Francis Alis, un altro artista che affronta la tecnologia mediante un approccio performativo. Si vedano alcuni suoi appunti per il lavoro video Children’s games, iniziato nel 1999 e ancora in progress, presentato alla Biennale di Venezia nel 2022. Disegnare non è dunque un'attività preclusa agli artisti che utilizzano la performance e le nuove tecnologie, essendo il disegno l'unica possibilità che un artista ha di trasporre immediatamente nel mondo reale quello che vede attraverso la sua immaginazione. Hanno disegnato e disegnano le loro opere e i loro progetti video anche Bill Viola, Hans Namuth, Paul Falkenberg, Fabrizio Plessi, Gina Pane, Lucio Fontana, Jackson Pollock, Mario Schifano, Wolf Vostell, William Kentridge, Paolo Rosa di Studio Azzurro, Grazie Toderi, Gianni Toti e molti altri ... (in programma la mostra Pensiero Video. Disegno e arti Elettroniche, dal 21/10/23 al 07/01/24 alla Fondazione Ragghianti a Lucca).  

Una grande invenzione di Giacomo Verde è stata quella di un uso creativo e artistico low tech del V-Jing,  la pratica di proiettare video dinamici in tempo reale durante concerti, che normalmente viene utilizzata in discoteca e che mixa a tempo di musica, attraverso un programma su computer, clip video precedentemente preparate e riprese in diretta.  Al V-Jing l'artista applica l'utilizzo di elementi multimediali a bassa tecnologia nelle sue performance teatrali e nelle letture dei poeti, iniziata con l'esperienza dei Teleracconti, in cui gli oggetti d'uso quotidiano inquadrati in macro dalla videocamera e proiettati inizialmente su un monitor tv (successivamente proiettati) diventavano i personaggi di favole fantastiche.  Nel 1992 ha iniziato a realizzare i set per video-fondali con immagini generate in tempo reale per i reading di poesia di Lello Voce, poi ha continuato, creando diversi set con più videocamere o webcam oppure utilizzando la sovrapposizione di lucidi trasparenti.  Descrivendo il suo intervento nel Vjing, scriveva "Io sono sempre in vista, sul palco, in modo che gli spettatori possano vedere come nascono le immagini e fare il confronto tra la percezione teatrale, reale, dell’azione e il risultato ottenuto nello schermo. Questa è una costante che ho sempre mantenuto nella creazione di video-fondali: rivelare e non nascondere la macchina e il suo funzionamento” così scrive Giacomo Verde nel suo testo Video-fondali e Vjing low-tech pubblicato in Connessioni Remote n°1- 05/2020.

Multi-Reverse, 2010

MultiReverse, bozzetti 2010
MultiReverse, 2010, vedi la descrizione sul sito, è un'opera di Vjing di e con Giacomo Verde con la consulenza musicale e software di Massimo Magrini (Bad Sector). E un'opera in cui interagiscono il performer reale e, su fondali, le proiezioni di oggetti reali, performer, inmagini su laptop e immagini del laptop ripreso da videocamera. E' uno spettacolo in qualche modo brechtiano, che disvela i segreti di un ipotetico metaverso, mostrando al pubblico il meccanismo della multiproiezione, il gioco di moltiplicazione degli specchi digitali. Lo spettatore guarda e comprende, capisce il meccanismo della fascinazione tecnologica e ne scopre i percorsi.

Si elencano qui di seguito alcune tra le strategie attraverso le quali l’artista ha affrontato criticamente in modo del tutto originale la comunicazione mediata dalle nuove tecnologie: 

  • l'impossessamento delle tecnologie domestiche 
  • il trasporre l’oggetto dalla sua percezione abituale in una nuova percezione improvvisa e sorprendente
  • l'interruzione del flusso passivizzante della comunicazione mediatica
  • lo spiazzamento risocializzazione
  • l'uso della bassa definizione 
  • il disvelamento della macchina 
  • lo straniamento

Per vedere tutta l’opera di Giacomo Verde si suggerisce la visione del suo sito, in cui sono documentati video, teatro performance, workshop, e si può scaricare gratuitamente il PDF del libro ARTIVISMO TECNOLOGICO che contiene diverse interviste, vai nel sito > elenco contenuti in alto > Testi e cataloghi > Artivismo Tecnologico.

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