martedì 13 dicembre 2022

THE BUILDERS ASSOCIATION, MARIANNE WEEMS e I Turchi meccanici

Finti automi nascosti dietro alle intelligenze artificiali
Nel 2022 la regista e The Builders Association mettono in scena la première online della performance cross-mediale interattiva I Agree To The Terms, sviluppata in collaborazione con un gruppo di lavoratori MTurk.  Di Marianne Weems e della sua compagnia The Builders Association,  fondata nel 1994 e vincitrice del premio Obie, si è visto a Roma lo spettacolo multimediale Alladeeen.  Si veda inoltre un interessante articolo, ancora di Annamaria Monteverdi, sullo spettacolo del 2007 Continuous City, pubblicato su Digicult. 

Mai sentito parlare di M.TURK.COM ovvero Amazon Mechanical Turk (MTurk), i Turchi Meccanici?
È un servizio di micro-lavori digitali creato da Jeff Bezos per Amazon nel 2005, e come racconta Clara Mogna su Il Manifesto, link all'articolo, negli USA e in India, circa 500.000 micro-lavoratori digitali prestano le loro competenze sulla relazione tra dati e utenti a ditte terze che poi trasmettono i valori ad Amazon. Il Turco Meccanico, da cui il termine prende origine, era un finto automa, vestito da orientale, - creato nel 1769 dall’inventore ungherese Wolfang Von Kempelen – per divertire l'allora regina, Maria Teresa d’Austria, giocando con lei a scacchi. I turchi meccanici di oggi sono persone con competenze digitali, che, come scrive Clara Mogna, lavorano con i dati e offrono il loro lavoro a ditte terze di data-analists: "I dati sono la nuova grande ricchezza, il vero prodotto, il valore da estrarre, il nuovo oro da conquistare. I gruppi di ricerca scientifici sono un altro capitolo di questa storia. Per ottenere velocemente dati, si affidano ad Amazon e così contribuiscono a un nuovo tipo di sfruttamento." Gli americani e gli indiani sono pagati da queste ditte con denaro, mentre quelli provenienti da altre nazioni ricevono un compenso in buoni acquisto di Amazon.
La regista, con la sua compagnia, ha creato quindi un progetto che, tra il documentario e la conversazione, contatta e "scopre" i volti di un gruppo di questi cinquecentomila lavoratori "nascosti", al servizio della più estesa piattaforma di e-commerce mondiale, che indagano e studiano i gap, le falle, gli errori compiuti dalle intelligenze artificiali degli algoritmi che influenzano i comportamenti degli utenti dell'e-commerce. In I Agree to the Terms, gli spettatori entrano nel Builders Marketplace, si allenano con veri microlavoratori e competono per lavori retribuiti, connettendosi con l'invisibile forza lavoro online che dà forma alle nostre vite virtuali quotidiane. 
Si può seguire anche una conferenza sulla performance.

Identità mutanti nella telecomunicazione globale 
Alladeen è stato presentato al REF del 2003 e  su internet, grazie ad Annamaria Monteverdi che la segnala nel suo sito,  abbiamo trovato questa intervista . Realizzato insieme con la compagnia londinese Moti Roti (sciolta nel 2012), lo spettacolo è ambientato in tre differenti metropoli, Londra, New York e Bangalore: perchè Bangalore? Perchè lì vivono i protagonisti, giovani indiani che lavorano in un call center aperto da ditte americane attirate dal basso costo del lavoro in India e che vengono addestrati a trasformarsi in perfetti yankees mediante la visione della sitcom Friends. I giovani mutano il loro accento e assumono la  cultura e l'identità americana che consente loro di lavorare nella telecomunicazione globale: Jasmine che diventa Monica, Tanya muta in Phoebe e Rizwan si trasforma in Joey, mentre Heaven è Rachel. 
Qui si può vedere un estratto video dello spettacolo.
Dalla rassegna stampa sul sito del Roameuropa Festival: 
Recitazione e spezzoni del reportage, con dichiarazioni ironiche o commoventi dei veri operatori indiani, si alternano. Nel call center ricostruito con forte gusto scenografico, gli interpreti, sorvegliati da un manager severo, siedono di fronte ai loro computers e rispondono alle telefonate. Sullo schermo sovrastante, appaiono non solo i loro volti, ripresi dalle web cam posizionate sulle loro scrivanie, sui quali vengono sovrapposti quelli dei personaggi della fiction, ma anche immagini create dai loro strumenti di lavoro, quali internet e gaps. Sono al tempo stesso Aladini che si snaturano e geni della lampada: viaggiano il mondo sul tappeto volante delle telecomunicazioni globali, cambiano identità e soddisfano i desideri dei clienti, che chiamano dagli Stati Uniti credendo di parlare con perfetti connazionali. Queste metafore vengono tradotte sullo schermo con animazioni, spezzoni dei film di Aladino ed effetti digitali: uno dei ragazzi che si muove di fronte all’obbiettivo, sembra cavalcare un tappeto di scritte elettroniche e un’attrice che ondeggia sinuosa sembra uscire dalla lampada magica”.
(Assia Baudi Di Selve, Ultima sera di ” Alladeen”, fiaba multimediale, Il Tempo, 19 ottobre 2003). 

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