mercoledì 2 dicembre 2015

GREENEWAY E LA MORTE DEL CINEMA IN 92 STORIE


LE VALIGIE DI TULSE LUPER  
Si tratta di un ibrido tra videoarte e cinema, e come scrive Luca Barbieri, più che come un film lineare lo si può definire  un'enorme operazione multipiattaforma, ovvero  un progetto che comprende: 
- una trilogia di film (The Tulse luper Suitcases, I TheMoab Story, II Vaux to the Sea, III From Sark to Finish
 una serie di siti web interattivi  collegati tra loro 
- un format televisivo
- mostre, videoinstallazioni
- libri 
- un videogioco.

Si può vedere in rete il secondo film Vaux to the sea 

FILM: LE VALIGIE DI TULSE LUPER - LA STORIA DI MOAB (The Tulse Luper Suitcases, Part 1: The Moab Story, 2003






Il film è stato pensato per essere visto in formato DVD e non al cinema: richiede di essere ri-visto, è una enumerazione, una catalogazione, più che una narrazione. L'intenzione è di raccontare tutte le storie possibili: c'è un personaggio, Tulse Luper, che vive a cavallo tra la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, e che colleziona 92 valigie, all'interno delle quali vi sono 92 storie (da notare che 92 è il numero dell'uranio): ognuna delle 92 valigie offre nuove e diverse  testimonianze del XX secolo attraverso le storie di Tulse Luper, scrittore, collezionista e prigioniero professionista, negli anni del secondo conflitto mondiale e della guerra fredda. 
E' una sorta di «viaggio di Ulisse verso la saggezza», come lo stesso autore lo definisce.

Le vicende del protagonista si sviluppano in un arco temporale che va dal 1928 al 1989  (il 1928 è l'anno in cui l'uranio entra nella tavola degli elementi e il 1989 quello in cui il muro di Berlino crolla) dominato dall'uranio, l'elemento che ha caratterizzato il ventesimo secolo e le sue paure e attorno al quale ruotano le vicende. L'inizio e la fine del ciclo sono sanciti da due deserti: quello del Colorado (in cui l'uranio fu scoperto) e quello della Manciuria (cfr. Marco Senaldi, Doppio sguardo, pgg. 243-250,  Luca Barberi, Web Cinema, Costa e Nolan, 2006). 

NON IL TEMPO,  MA I NUMERI, I COLORI E LE COSE ORGANIZZANO LA NARRAZIONE

Greenaway,  avendo sempre visto nell'impostazione meramente cronologica  un mezzo troppo abusato di organizzazione del materiale narrativo, ha introdotto nei suoi film mezzi diversi per esporre gli eventi: l'alfabeto (come in A Zed and Two Noughts (pellicola del 1985, tradotta in italiano con il titolo Lo Zoo di Venere), i colori,  e soprattutto i numeri. Il numero chiave sul quale si fonda TLS è il 92, il numero atomico dell'uranio: 92 personaggi, 92 eventi chiave e 92 valigie. Esempio: nella  valigia numero 46 ci sono 92 lingotti d'oro che sono stati rubati dal terzo Reich ad ebrei deportati; di ciascuno di questi lingotti viene rintracciata l'origine e ognuno di essi diventa  un singolo lungometraggio, una cellula filmica autonoma che è connessa alle altre in una dimensione che lineare, ma accostata, simultanea, parallela. 


Altri progetti: 
Ciascuna delle valigie è in qualche modo un progetto parallelo al film: sulla valigia numero 46 è stato già fatto un allestimento teatrale intitolato GOLD - 92 BARS IN  A CRASHED CAR, si va preparando un'opera sulla valigia numero 23, con la televisione giapponese una soap opera sulla valigia 36, il museo Guggenheim a Bilbao ha  preparato una mostra sulla valigia 41 etc. Le 92 valigie sono state in mostra a Milano nel corso dell'allestimento WASH & TRAVEL.
Distrugge l'idea di narrazione lineare e di narrazione in generale,utilizzando finestre, disegni digitali e didascalie. Richiama il linguaggio a finestre del PC ( senso di continuità), fondendolo con le modalità di montaggio della tradizione cinematografica come sono gli stacchi. Mette insieme narrazione cinema e interfaccia pc, accosta BeN e colori, immagini di repertorio e immagini dal vero, teatro e realtà, pieno e vuoto, vero e falso, la stessa persona ripresa da punti diversi. Non ha usato il chroma-key, ma ha utilizzato in modo  interessante il loop.


LIBRO: TULSE LUPER IN TURIN





"TULSE LUPER IN TURIN è un oggetto artistico riprodotto in 460 esemplari, firmato da Greenaway, che aggiunge a ciascuna copia dei segni peculiari. Viene assemblato solo ed esclusivamente su prenotazione e contiene la sceneggiatura della sezione torinese del film THE TULSE LUPER SUITCASE
Consta di 146 pagine ricche di illustrazioni, collage, quadri, mappe antiche della città e altro materiale iconografico; è rilegato a mano, foderato con copertina in pelle e racchiuso in un raffinato contenitore".
Si consiglia la lettura della preziosa intervista a Greeneway , citata anche da Senaldi in Doppio sguardo, e contenuta Tulse Luper in Turin a cura di Luca  Pacilio 2002. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.