martedì 16 novembre 2021

IL DATABASE COME MEMORIALE PER CHRIS MARKER


IMMEMORY, Copertina del CD ROM 

Il termine DATABASE indica, nella scienza informatica, una raccolta organizzata di dati che consente all'utente di cercarli rapidamente, navigando attraverso di essi.
Questa operazione di ricerca avveniva inizialmente in un CD ROM. E i dati sono a loro volta ordinati secondo un ordine che può essere gerarchico, oppure integrativo, relazionale, orientato verso un fine.  
Successivamente, dalla fine anni '90, con la rete, la ricerca avviene online. 
Il DATABASE può essere, come osserva Lev Manovich, considerato un nuovo modello culturale spaziale, all'interno del quale ci si muove non più camminando, guardandosi intorno, ma navigando tra collezioni di dati organizzati? 

Dagli anni ‘90 gli artisti hanno cominciato ad assumere un approccio critico nei confronti della forma database. I loro progetti  ne studiano criticamente la politica e le sua possibili derive estetiche.
 
Chris Marker, autore del celebre foto-romanzo
LA JETÉE , come pure del documentario SANS SOLEIL, 1983, titolo derivato da un ciclo di canzoni di Musorgskij (vedi 1:17), nel  1997 realizza IMMEMORY, un'opera multimediale, ovvero un CD ROM la cui navigazione è stata registrata successivamente nel 2017 su You Tube. 

Qui Marker esplora il carattere memorativo delle immagini e del database, permettendo collegamenti e percorsi tra immagini e suoni.
In quel suo lavoro, il DATABASE diventa il centro del processo creativo, in cui il contenuto dell’opera (DATABASE) e la GUI diventano entità separate perciò è possibile creare diverse interfacce che portano allo stesso contenuto. 
Il nuovo oggetto mediale é costituito da una o più interfacce che portano a un unico database di materiale multimediale.
Rimandiamo a Pulp libri  che ha pubblicato a Febbraio del 2021 in occasione del centenario della nascita dell'artista,  la sua nota scritta in occasione dell'edizione inglese dell'opera IMMEMORY:

 "Da ogni paese visitato ho portato a casa cartoline, ritagli di giornale, cataloghi, a volte poster strappati dai muri. La mia idea era di immergermi in questo vortice di immagini per stabilirne la Geografia. (...) dopo una certa quantità, foto apparentemente scattate per caso, cartoline scelte secondo uno stato d’animo passeggero, iniziano a tracciare un itinerario, a mappare il paese immaginario che si stende davanti a noi. Esaminandolo sistematicamente, ero sicuro di scoprire che l’apparente disordine delle mie immagini nascondeva un grafico, come nei racconti dei pirati. E lo scopo di questo disco sarebbe quello di presentare la “visita guidata” di un ricordo, offrendo allo stesso tempo al visitatore la possibilità di una navigazione casuale. Quindi, benvenuto in “Memory, Land of Contrasts”, o meglio, come ho scelto di chiamarlo, Immemory.

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