mercoledì 24 novembre 2021

ALVA NOTO - ANNE JAMES CHATON E LA PERCEZIONE DEL RITMO SONORO DEI LINGUAGGI

A forest, Alva Noto,  Copertina dell'album 
Come lui stesso dichiara il nome di Alva Noto è Carsten Nicola, e con questo firma i lavori artistici visivi.
Nato nel 1965 a Berlino, dopo avere studiato design a Dresda, nel 1999 ha fondato con Olaf Bender l’etichetta Raster – Noton con cui ha pubblicato diversi album di musica elettronica e con il nome di Alva Noto firma come musicista  e come gruppo i suoi album, spesso frutto di collaborazione con altri. Nel suo sito, peraltro ricchissimo di materiali, https://alvanoto.com/ ci sono infatti due sezioni distinte, che portano ai suoi lavori musicali o visivi: 
Dal punto di vista musicale, Alva Noto lavora con i glitch e con le frequenze molto basse, anche se lui stesso dichiara che il termine glitch, applicato al suo lavoro non è corretto, perché il suo interesse per l’errore non è legato all’oggetto elettronico glitch in sé, bensì alla sfida innescata dall'incorrrere nell'errore in campi diversi della vita umana. Il disturbo, l'errore diventano occasione per lo sviluppo di un tema creativo, in cui l'improvvisazione dialoga con la progettazione scrupolosa di ogni dettaglio.     
Si leaga sul webmagazine Ondarock un suo profilo critico bio-musicale molto accurato realizzato da Alberto Asquini e Roberto Mandolini.  

Tra i tanti lavori realizzati come artista visivo, per esaminare il suo particolare studio delle condizioni di percezione delle strutture dei linguaggi della comunicazione multimediale, esaminiamo qui tre suoi ultimi lavori:
a (alpha) pulse, 2014, Hong Kong
a (alpha) pulse
Realizzato nel 2014, in occasione dell'edizione di Art Basel ad Hong Kong.   
Descrizione: l'artista generava stimoli luminosi a frequenze sincronizzate che si diffondevano nel centro residenziale e nella città intera di Hog Kong dalla facciata del  grattacielo di 490 mt. di altezza del centro commerciale ICC (International Commercial Center) di  Harbour Grand Kowloon.  Si poteva vedere anche tramite una app sui cellulari sincronizzati con il movimento luminoso delle luci dal grattacielo e  che forniva un ulteriore livello di percezione. E' una performance per  gli spettatori? 
Contenuti: Il grattacielo diventava un immenso televisore luminoso, una fonte di luce musicale e ritmica in movimento che produceva stimoli per i corpi delle persone che vivono nella città. 
Le luci accese nel grattacielo, che hanno una funzione quotidiana e che  sono le luci normalmente utilizzate da coloro che lo abitano,  normalmente formano il panorama visivo della città. Esse diventano un elemento estetico che condiziona, anche senza che gli abitanti se ne accorgano,  la percezione di chi vive nella città: l'opera amplifica questa presenza, la rende maestosa, ingombrante, ricca di un potenziale linguistico. 
Alva Noto e Anne James Chaton, Alphabet, 2021

In occasione del Roma Europa festival 2021 ha presentato ALPHABET, un nuovo lavoro realizzato in collaborazione con Anne James Chaton,  poeta e performer francese. L’opera si può ascoltare in alcuni frammenti sul sito del Festival
Descrizione: Su un grande schermo in fondo al palco della sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, si proietta un video nel quale scorrono miliardi di lettere azzurre su fondo nero, mentre, davanti ad esso, Alva Noto elabora il suon e Anne James Chaton legge un testo: prima solo lettere isolate, poi parole, poi fresi che si alternano e costruiscono un discorso. Il poeta legge senza enfasi, sempre con la stessa nota, sincronizzato perfettamente con il ritmo serrato dell’alternarsi delle parole-immagine sullo schermo, in una sincronia che sorprende l’ascolto e la visione. Le lettere, poi le parole, poi le frasi formano una sonorità musicale che crea il ritmo e la scansione delle sonorità vocali.
Contenuti: L'opera, come si legge nel programma di sala, prende ispirazione "dai manoscritti dell’arcivescovo spagnolo Isidoro di Siliglia che agli inizi del VII secolo compilò un’enciclopedia etimologica intitolata “Etymologiae” o “Origines“, o anche “Originum sive etymologiarum libri XX“, considerata dai più come la prima enciclopedia della cultura occidentale". Tema centrale del lavoro è dunque il linguaggio con le sue potenzialità sonore .
Le vocali, ma soprattutto le consonanti nasali si rincorrono senza appoggiarsi sul significato delle parole, e neppure sul gesto vocale,  ma creano sequenze di suoni minimali che diventano  fughe di parole dietro le quali l’ascolto diventano pura percezione audio-visiva . 
Persino i numeri, ripetuti senza nessuna espressività, acquistano una pregnanza solo estetica che nasce dalla loro sonorità: il linguaggio perde la funzione comunicativa legata alla semantica e diventa pura musica, puro suono. 


UNI ACRONYM, Alcuni frame dal video, 2011
Un altro lavoro in cui i due artisti riflettono sul linguaggio e sulle potenzialità estetiche visive e sonore dell'alfabeto è UNI ACRONYM, del 2011. 
208  acronimi di tre lettere formano il panorama del linguaggio di multinazionali e aggregazioni che raccontano la società capitalista dell'informazione. 
Il mondo diventa ridotto in tre lettere, che corrispondono alle abbreviazioni dei nomi, ma anche alle abbreviazioni tipiche delle conversazioni via chat. Un mondo unificato dalle abbreviazioni, ma anche dalle triadi che vengono recitate da Anne James Chaton con un ritmo incalzante che corrisponde, anche qui con una sincronicità sorprendente, a quello delle immagini. 

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