giovedì 20 gennaio 2022

IL TEATRO SENZA RISERVE NEGLI SCHERMI DEI MOTUS

Tutto brucia, Motus, 2021(immagine dallo spettacolo) 
Nel 1996 Daniela Nicolò, cofondatrice nel 1991 con Enrico Casagrande della compagnia Motus affermava che “il corpo, lo abbiamo detto, scritto e, fatto, è al centro del nostro fare e pensare il teatro; tema antichissimo ma, come tutto ciò che ha radici profonde, inesauribile e soprattutto più suscettibile di trasformazioni”(intervento al Convegno del Festival Opera prima , Rovigo, pubblicato “Il Patologo n° 19, Un manifesto dei Motus, Ubulibri, Milano 1996).
Sempre nello stesso intervento aggiungeva che in un’epoca caratterizzata dalla realtà stratificata del computer, in cui si ha a che fare perennemente con dei dati, con un’ottica non lineare di sovrapposizione e contaminazione (si legga a proposito questo post che indica molte delle trasformazioni culturali modellate dalle tecnologie digitali) non si può parlare di “nuove linee di tendenza linee di sviluppo, linee di continuità e rottura”, ovvero non si può attribuire all’estetica, compresa quella teatrale, una visione lineare, con un prima, un adesso e un futuro, ma piuttosto è necessaria una apertura verso il sempre presente, con il simultaneo, con la combinazione tra informazioni, tra modelli di cultura alta e bassa, tra spazi e tempi diversi.
Si prendono in esame qui solo gli spettacoli in cui sono è significativa un'operazione con le tecnologie video. 
Motus_ MDSX, foto Renato-Mangolin-110

MDSX (2015)
Vedi il video racconto dello spettacolo nella rassegna Fuori Luogo a La Spezia, stagione 2016-17
Leggi l'articolo di Rossella Menna sulla rivista digitale  Doppiozero
Lo spettacolo si tesse sul filo di un romanzo Middlesex, delllo statunitense Jeffrey Eugenides, premio Pulitzer 2003, che narra la storia di Callie-Call, un ermafrodito cresciuto inizialmente come una ragazza e che decide di assumere l’identità maschile. I Motus ne fanno una storia di convivenza di due generi nella stessa persona, e storia della vita di questa persona, con tutte le tematiche si ramificano da questo nodo cruciale: il divenire altro, il confine identitario della pelle e del corpo, la convivenza in un territorio, in una patria, la necessità di spostamento. Convivono nello spettacolo la musica, il DJ-set, le storie personali e la storia politica del corpo.
ROOMS, installazione –(2004)
(rielabora lo spettacolo teatrale TWIN ROOMS, del 2002)
L’installazione trae materiale da uno spettacolo precedente del 2002 in cui il teatro di Motus si intersecava con il cinema e con la narrazione del contemporaneo compiuta da Don DE Lillo in Rumore bianco, con le costruzioni spazio temporali di Ballard e di Breat Easton Ellis. Il soggetto centrale è la Room, l’anonima e anodina stanza di albergo, vista come set cinematografico e come spazio che accoglie la banalità di una violenza criminale: room il cui spazio è connotato dal rumore bianco degli elettrodomestici che la abitano.
PANORAMA
Progetto realizzato in collaborazione con il teatro LaMaMa, fondato da Ellen Stewart nell’East Village newyorkese. Sviluppato come una nuova ricerca sull'identità, non più individuale, ma collettiva, lo  spettacolo indaga le biografie del gruppo interetnico di performer che fanno capo alla realtà che mescola culture nella città più mescolata del mondo. 
Ciascuno ha una storia da raccontare, non solo su sé stesso, ma anche sugli altri: questo rende lo spettacolo vivo e aperto.  



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