mercoledì 5 febbraio 2020

RIMINI PROTOKOLL #1: NARRAZIONI MULTIMEDIALI DEL REALE


Rimini Protokoll è il marchio di un collettivo fondato nel 2000 da tre artisti che si occupano di campi diversi ( Helgard Haug, Stefan Kaegi, Daniel Wetzel) e che organizzano i loro lavori performativi con ruoli non fissi, senza un unico regista o dramaturg, o coreografo. I Rimini Protokoll realizzano insieme, con questa etichetta, spettacoli, opere radiofoniche, installazioni audio, piccoli documentari, brevi biografie, indagando su storia, politica e società, con persone comuni, spesso ricalcando criticamente il sistema del documentario-intervista. Stimolano processi, come scrive di loro Heiner Goebbels, regista, compositore e docente tedesco, creatore a sua volta di installazioni memorabili (si veda per esempio il suo Stifter's Dinge del 2008). 

Queste le caratteristiche principali del loro lavoro:
  • L’uso di performer non professionisti che i tre artisti definiscono gli esperti, in quanto esperti della loro stessa vita (vecchie signore, adolescenti, disoccupati, candidati perdenti, veterani del Vietnam…). Gli esperti sono coloro che creano le performance con e attraverso le loro storie, i loro saperi, privati o professionali o sociali. Essi fanno le loro performance con le regole stabilite dai registi, mentre questi ultimi restano per tutto il tempo a osservare. Gli esperti sono persone che diventano oggetti oppure hanno una responsabilità nella performance? Gli esperti sono attori senza alcuna tecnica attoriale, senza alcun talento, ma che portano solo i loro racconti di cui sono esperti, nel loro campo vitale, e con cui il collettivo determina un legame che dura solo per il tempo della performance, è finalizzato alla performance. Hanno lavorato anche con animali, formiche e porcellini d’india: nel 2001 al Tanz Quartier di Vienna, hanno realizzato Europe dances . 48th Congress for 72 Guinea Pigs, ovvero 72 porcellini d’India usati per esperimenti di cosmetici, una riedizione del Congresso di Vienna,(inframezzata con frammenti testuali di interventi di chirurghi veterinari, politici, storici e conferenzieri), che poteva essere osservata mediante speciali telescopi dagli spettatori.
  • Il processo di produzione del testo, che è allo stesso tempo documento e letteratura, mix che assembla materiali di ricerca eterogenei: il quotidiano è tema di indagine e diventa narrazione (si vedano i loro continui riferimenti a Michel De Certeau, autore di L’invenzione del quotidiano). 
  • La narrazione del reale e non la sua rappresentazione: non presentano la realtà nuda e cruda, ma quella che si offre come narrazione, in cui si combinano il livello sociale e quello individuale. Pongono enfasi sulla presenza, piuttosto che sulla rappresentazione. Enfasi sull’evento. 
  • Lo studio dello spazio e il contesto in cui avviene la performance. I Rimini Protokoll usano una pluralità di spazi, con produzioni che abbandonano lo spazio del teatro, individuando quasi sempre uno spazio specifico per quella determinata performance. Il punto di partenza della performance è nelle narrazioni che riguardano quel luogo specifico, che forniscono ad esso una identità, singolare o collettiva e in questo modo lo spazio diventa materia prima, fattore costituente della performance. Nel teatro tradizionale il concetto di spazio è strettamente legato al modello del contenitore, dove la platea è il black box, un recipiente chiuso che si riempie ogni volta, mentre la scena è un peep box, il buco della serratura di una stanza chiusa, proiezione di un modo esterno urbano. Chi guarda e chi performa? Per i Rimini Protokoll tutto lo spazio del teatro (che comprende palcoscenico e scatola nera) può diventare spazio di un evento scenico. 
Seguono, qui, le descrizioni e i link di alcuni lavori realizzati da Rimini Protokoll a partire dal 2000:
CROSSWORD PIT STOP , Kreuzwortratsel Boxenstopp (2000)
Il loro primo lavoro firmato come Rimini Protokoll, in cui si mostrano già tutte le caratteristiche dei lavori successivi, lavoro di esordio e prototipo di una serie di lavori successivi site specific: ingaggiano quattro donne ultraottantenni in una gara di Formula Uno, mettendo a tema la velocità, la pazienza, la memoria, e utilizzando la bandiera a scacchi come segnale che indica le sezioni diverse della performance.

U-deur
BERLIN, ALEXANDERPLATZ, U2 line Platform, 08/06/2000
Ogni spazio ha il suo odore speciale. Chiedono al profumiere Karl Heinz Bork di realizzare una analisi dell’odore della fermata Alexanderplatz della linea 2 della metro (underground) di Berlino e lo riproducono in laboratorio. Realizzano dunque le confezioni di questo “profumo” e dei box che le distribuiscono direttamente alla fermata.

Brunwick Airport, Because The Skies Need Us  
BRAUNSCHWEIG , WAGGUM AIRPORT, 04/06/2004 
Un aeroporto in disuso che diventa teatro. Gli spettatori compiono, in diverse postazioni audio, un tour nell’ex aeroporto costruito da Hitler e ora in disuso, e dove sono presenti ora solo simulatori di volo. Gli spettatori guardano fuori da una finestra, mentre ascoltano storie di persone che sono state impiegate tempo prima nell’aeroporto, come ad esempio un vecchio pilota sordo racconta la sua storia negli anni 40. 
Qui il livello visivo era staccato da quello acustico. Il pubblico vedeva qualcosa di diverso da quello che ascoltava e il livello acustico superava quello visibile.

SONDE HANNOVER
HANOVER, KROPCKE
08/06/2002
Gli spettatori vengono condotti al 10° piano di un grattacielo da dove possono osservare la piazza Kropcke ad Hannover, armati di binocolo e cuffie, ascoltando una voce che dirige la loro attenzione verso lo sciamare dei pedoni nella piazza. Quattro attori al quel punto iniziano l’azione, emettono suoni microfonati, danzano nella piazza, tengono in mano cartelli, pedinano i passanti e propongono loro scambi e baratti. 
Esiste un punto di vista utopico, ideale di osservazione? Lo spazio qui non è scenico, ma esperienziale. Il mondo reale viene incorniciato da una finestra e lo spazio urbano diventa spazio teatrale, teatro del mondo.
Nell’audio ci sono testi di economisti, di teorici politici, di un impiegato del catasto, di un detective e le narrazioni su quel luogo sono mixate con frammenti di conversazioni di passanti e con rumore di ambienti. Si avverte il contrasto tra la distanza prospettica degli scienziati che parlano e la vicinanza delle conversazioni dei passanti. C'è interazione continua delle due diverse prospettive: la vicinanza e la distanza dell'ascolto e della visione. 

                                                                    The Market of Market, 
ONN MARKTPLATZ, 24/09/2003
Il pubblico osserva il mercato da un balcone sul Cinema Metropol, mentre il suono giunge anche questa volta dalle cuffie. Locale e globale si mixano nella percezione di tre livelli acustici:  Essi ascoltano, mixati con rumori registrati in teatro, le interviste ai proprietari di 44 banchi del mercato.
Un secondo livello acustico è costituito da interviste sullo scambio e lo stoccaggio delle merci, mentre un ulteriore terzo livello verte sul commercio illegale dei biglietti più richiesti per il teatro dell’opera di Bayreuth. Il tema è il collasso dei mercati, celebrato nel mercato di tutti i giorni. Un modo per visualizzare il mercato globale e il suo collegamento con il mercato locale. 

OH CALL Cutta (2005)  SPETTACOLO TEATRALE SENZA UNA SALA TEATRALE E SENZA ATTORI. 
Oh Call Cutta è una conversazione al cellulare di un’ora e, al tempo stesso, un tour di un’ora in una città. È un viaggio alla scoperta di un quartiere di Berlino, Kreuzberg (dove vivono studenti, artisti e una popolosa comunità turca), guidato da una voce che proviene da un call centre in India, un viaggio teatrale. C’è però anche conversazione tra i due poli della linea telefonica: il partecipante di Berlino si muove attraverso la città, mentre quello in India descrive il percorso che sta facendo, in una città che non ha mai visto. Vanno ambedue attraverso giardini, appartamenti vuoti, parchi, attraversano i binari un tempo bombardati della stazione Anhlter Bahnof,  passando sulle macerie della Philarmonic Hall.
Dove si trovano i due partecipanti? Sono connessi, condividono lo stesso spazio acustico variabile secondo il percorso.  Per il partecipante - spettatore, il cellulare si trova nel Kreuzberg, proprio davanti al teatro AM HALLESHEN, esattamente dove squilla, mentre l’altro si trova in un call center a Calcutta.
Il telefono è medium per due livelli diversi di consapevolezza: sono entrambi cittadini nomadi, per i quali il cellulare diventa un invisibile filo di Arianna. Condividono una simultaneità spaziale. Condividono una differenza dI percezione del tempo: Il CELLULARE diventa un teatro invisibile, dove tempo e spazio DIVENTANO interconnessi. 
Distanza e vicinanza: l’osservatore qui è dentro alla città, si muove attraverso l’area urbana, mentre la sua vista è guidata solo dalle istruzioni che gli vengono date, e la sua percezione dello spazio dipende dal suo movimento, guidato da migliaia di chilometri di distanza. Ma sebbene la persona al telefono sia guidata e il suo sguardo venga diretto verso certi luoghi, la specificità di ciò che si vede non può essere governata, determinata. La narrazione è per forza di cose individuale.



Nel 2008 riprendono questo lavoro, ma lo collocano in una stanza.  L'utente-spettatore apre la porta di quella stanza e vi trova un tavolo con un telefono che squilla. Risponde alla chiamata e una voce di un dipendente di una società di servizi di Calcutta, inizia una conversazione con l'utente, CON CELLULARE E SU  SCHERMO DEL COMPUTER VIA SKYPE, dando l'idea di conoscere perfettamente, in ogni minimo dettaglio quella stanza, i suoi arredi, i cassetti della scrivania:ne viene fuori una danza a 10.000 km di distanza. 
Call Cutta at home (2020) 

I performer si trovano nelle loro case a Calcutta e a Tallin in Russia e in una videoconferenza di circa un'ora iniziano una conversazione ciascuno con un utente in cui affrontano diversi temi, da quelli politici ed economici fino a quelli più personali e intimi. Una persona si occupa della traduzione. Il distanziamento sociale diventa qui una occasione di incontro tra persone lontane migliaia di chilometri. 

CARGO X dal 2006
Trasformano un camion in teatro, facendogli contenere una platea di 50 spettatori a cui due veri autotrasportatori raccontano, in circa due ore di viaggio-racconto, le storie delle centinaia di luoghi che hanno visto. 



100% CITY realizzato a Berlino, Lisbona, Porto, Klagenfurt (ad Aprile a Brooklyn) dal 2008 . https://vimeo.com/273850226 
 a Melbourne: https://vimeo.com/53318534
a Marsiglia https://vimeo.com/253314115
Si tratta di un esempio sperimentale di teatro interattivo: una catena di 100 persone che abitano in una città la “rappresentano” statisticamente: secondo il loro personale  statuto sociale, di genere, economico( età > regione di nascita > composizione della famiglia > luogo di residenza > sesso . Ciascuno sceglie la persona successiva che viene convocata in teatro dopo 24 ore. 
BEST BEFORE 2010
Sul palcoscenico stanno quattro attori: un artista di arti elettroniche, un testatore di giochi elettronici, un politico e un ausiliario del traffico.
Il pubblico, con i suoi game controller, può decidere il corso del gioco, del play.

SITUATION S ROOMS (alla Ruhrtriennale di Berlino, 2013)
A multiplayer video piece.
Prendendo spunto dalla famosa foto della White House Situation room, la stanza nella Casa Bianca in cui, il 1 maggio del 201, per 40 minuti, Obama col suo staff della National Security osservavano con diverse espressioni del viso (vedi la foto) l’esecuzione di Osama Bin Laden, il leader di al Qaeda. 
Situation rooms è un cinema multiplo e simultaneo.
Il racconto ha inizio con 13 persone che, provenienti da diverse parti del mondo coinvolte o ferite a causa del commercio di armi, sono state invitate da Rimini Protokoll a registrare le loro storie in un magazzino di Berlino. Dopo, gli spettatori, tenendo in mano un mini Ipad, camminano in un set chiuso formato da 15 stanze, costruite appositamente per ospitare come dei set gli “attori-spettatori” e gli spettatori-attori”.
Una delle storie di Situation Room è narrata per esempio da un soldato israeliano di pattuglia presso la striscia di Gaza: allo spettatore-ascoltatore viene chiesto di ripetere le sue azioni, stendendosi per terra e puntando un fucile immaginario contro la persona che si trova alla sua sinistra. Lo spettatore segue il cammino della persona che racconta, incastrato nel racconto dell’altro come in un labirinto.
Si veda anche il documento Shooting Ourselves realizzato dalla regista Christine Cynn. 

FEAST OF FOOD, 2019
Video installazione immersiva
Come vivono oggi gli agricoltori, ovvero coloro che si occupano di procacciare il cibo che troviamo sulle nostre tavole? In una stanza organizzata come una sala da pranzo antica, e seduti ad un tavolo su cui i piatti sono solo disegnati, gli spettatori indossano visori di realtà aumentata , sul cui lato esterno compare un’immagine del dipinto di Bruegel il vecchio che ritrae il banchetto nuziale.
Mentre dentro ai visori compaiono immagini dei macelli contemporanei e di altre scene di vita nei campi e negli allevamenti intensivi. 








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