Nel primo capitolo del suo libro Ontologia dei media (2012), Mario Costa scriveva che in quella che lui definiva l’epoca (la nostra) del fenomenismo, ovvero in questo tempo in cui le immagini agiscono sui nostri sensi rendendo impossibile “distinguere tra i gradi di realtà delle immagini, tutte sono immagini allo stesso titolo e non è possibile rilevare quali di esse corrispondano ad una realtà e quali no”, proprio questo fenomenismo “può essere ritenuto come il fondamento teorico di tutto quando si sta dicendo negli ultimi decenni circa la penetrazione dei media nella sostanza stessa della realtà.” Il filosofo proseguiva poi affermando che i fenomeni mediatici sono dotati inoltre di infinita persistenza, mentre quelli reali sono deperibili: “(…) la morte è solo un venir meno di una certa quantità di fenomeni mentre chi vive nei media e nei fenomeni da essi generati non muore veramente mai.”.
Secondo Costa, per esempio, conosciamo Totò attraverso il medium-cinema, e Totò è l'immagine-Totò del cinema, non la persona reale. Crediamo più all'immagine mediatica che alla realta?Se nei nuovi media vale l’infinita persistenza nel presente, con l’AI le cose si complicano ulteriormente, proponendo un presente che preconizza un futuro. Sappiamo che i modelli dell’AI possono essere descrittivi (offrono informazioni), predittivi (prevedono una dinamica futura), decisionali (agiscono, propongono soluzioni) e infine generativi (permettono di generare nuovi dati). Questi ultimi, i modelli generativi, soprattutto se applicati alle immagini, possono condizionare fortemente la percezione della realtà, e spesso, pur non basandosi su eventi reali, possono prefigurare situazioni che potrebbero dispiegarsi nel futuro, influenzando in questo modo, anche la percezione stessa del presente, preparando la nostra mente a ciò che potrebbe avverarsi.
Il 4 ottobre 2025 l'artista Donatella Della Ratta ha portato alla Pelanda, nell’ambito del Romaeuropa Festival, la performance conferenza Ask Me for Those Unborn Promises that May Seem Unlikely to Happen in the Natural #4 in cui prendeva posizione nei confronti della guerra tra Israele e Hamas. Il video di una delle versioni di questa conferenza si può vedere su Youtube. L’artista - studiosa– conferenziera parla di fronte ad un green – blue – screen su cui si vedono comparire diverse immagini che raccontano con grafiche e video la sua convinta posizione politica sulla cui valutazione non entriamo a proposito di questo drammatico conflitto. Quella che qui interessa è la sua concezione a riguardo dell'AI e in particolare la funzione predittiva delle immagini generate da AI, in particolare a riguardo dell’ormai famoso video della riviera di Gaza che lei mette in relazione con la costruzione della città araba NEOM, la città del presente -futuro che mira a ridefinire il concetto di città e abitabilità (sul video ai minuti 24'47''). Secondo Della Ratta, queste sono possibili visioni del futuro che vengono accettate mediante lo sguardo e che scendono in profondità nella percezione senza che gli osservatori se ne rendano conto, con un fenomeno che Walter Beniamin definiva inconscio ottico.
Donatella Della Ratta è autrice, curatrice, performer ed etnografa specializzata in nuove tecnologie e media digitali, con uno sguardo in particolare sul mondo arabo, soprattutto la Siria dove ha vissuto per un periodo. Ha lavorato come giornalista per il Manifesto e curato numerosi programmi per la televisione pubblica italiana RAI, fra cui il format multimediale Glocal (2001, Rai tre).


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